A.S.D. Pado Patri | Pegognaga (Mn)

I pesci dei nostri laghi

Carpa

Carpa

Cyprinus carpio, conosciuto comunemente come carpa comune o semplicemente carpa è un pesce d’acqua dolce appartenente alla famiglia dei Ciprinidi.

La forma selvatica della carpa comune si ritiene originaria delle regioni dell’Europa orientale ad est fino alla Persia, all’Asia Minore ed alla Cina (dove è molto famosa). In Italia la specie è stata introdotta molti secoli fa dagli antichi Romani per l’allevamento, anche grazie alla sua straordinaria capacità d’adattamento, infatti si può considerarla una specie ormai autoctona. Oggi, anche a seguito di ripopolamenti, è possibile trovarla in tutta Europa nella quasi totalità delle acque dolci temperate. La carpa comune è stato uno dei primi pesci ad essere introdotto in altri paesi oltre a quello di origine. Di solito vive nei fiumi a corso lento e nei laghi, ma si adatta molto bene in qualsiasi habitat, anche in quelli soggetti ad inquinamento organico.

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Tinca

Tinca

La Tinca (Tinca tinca (Linnaeus, 1758)) è un pesce d’acqua dolce appartenente alla famiglia Cyprinidae, nonché unico esponente della sottofamiglia Tincinae Günther, 1868 e del genereTinca Cuvier, 1816.
La tinca ha un corpo tozzo, coperto da piccole scaglie, con grosse pinne carnose. La livrea è verdastra sul dorso, più chiara e tendete al giallo nella zona ventrale. Le pinne sono verde-brune. Gli occhi sono rossi.
Solitamente raggiunge i 30-50 cm di lunghezza per 4 kg di peso, anche se sono registrate (non in Italia) tinche lunghe fino a 84 cm.

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Pesce gatto nostrano

Pesce gatto nostrano

Ameiurus melas, conosciuto comunemente come pesce gatto o pesce gatto nero, è un pesce d’acqua dolce appartenente alla famiglia Ictaluridae. Talvolta è impropriamente chiamatopesce gatto nostrano per distinguerlo dal simile Ictalurus punctatus o Pesce gatto americano.

Questa specie ha il suo areale nelle zone dal Canada (Ontario), al Maine ed alla Georgia degli Stati Uniti d’America sia in grandi fiumi come l’Ohio ed il Mississippi e sia nei Grandi Laghi fino Messico settentrionale da cui è stato introdotto in Italia (tutta la Padania in particolare nella Provincia di Bologna, nel ferrarese e nel vicentino, nel fiume Ticino, in diverse zone dell’Italia centrale e nel Lago di Baratz in Sardegna) ed in gran parte dell’Europa (come ad esempio la Francia) nei primi del ‘900.
Ha come habitat i fiumi a lento corso, le paludi, i laghi, gli stagni con acque basse ricche di sedimenti (rami e radici), piante acquatiche e fondo melmoso.
È un pesce di straordinaria resistenza, in grado di sopravvivere in ambienti fortemente inquinati, poco ossigenati e persino per qualche ora fuori dall’acqua.

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Pesce gatto americano

Pesce gatto americano

Il pesce gatto maculato (Ictalurus punctatus, Rafinesque 1818) è un pesce d’acqua dolce appartenente alla famiglia degli Ictaluridi ed all’ordine dei Siluriformi. È noto anche con i nomi inglesi di channel e channel catfish o pesce gatto americano.

Appare molto simile al comune pesce gatto ma presenta le seguenti differenze:

  • pinna caudale nettamente forcuta
  • colore marrone chiaro, grigiastro o oliva con macchie rotonde più scure (possono mancare negli esemplari più grandi che possono avere un colore molto scuro o quasi nero, soprattutto i maschi), il ventre è molto chiaro.
  • bocca più piccola
  • dimensioni molto più grandi (fino 25 kg negli USA)

Distribuzione e habitat. È originario del bacino del Mississippi nel Nord America, è stato introdotto nel secolo scorso nelle acque interne europee ed italiane (Po e i suoi affluenti e fiumi toscani come Arno ed Ombrone) dove si è perfettamente adattato.
Vive in acque mediamente correnti fluviali con fondi sassosi o terrosi, acque chiare e ben ossigenate.

Alimentazione ed abitudini. Essenzialmente carnivoro, si nutre soprattutto di pesciolini, piccoli crostacei, molluschi, insetti e larve. Ha abitudini notturno-crepuscolari.

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Carassio

Carassio

Carassius carassius, comunemente conosciuto come carassio è un pesce d’acqua dolce appartenente alla famiglia Cyprinidae.
Questa specie è originaria dell’Europa centrale ed orientale e di varie regioni asiatiche. In Italia è alloctona, è stato introdotto per le gare di pesca e negli ultimi anni è stato segnalato un notevole aumento nei corsi d’acqua di tutto il paese. Vive nei laghi con sponde paludose o nei bracci morti dei fiumi, nelle paludi e nei fossati. La mancanza assoluta dei barbigli lo distingue dalla carpa. La livrea è variabile, solitamente giallo-oro più o meno carico, con riflessi metallici sul dorso. Le pinne sono sfumate di rosso. Il carassio può raggiungere una lunghezza massima di 45 cm per 1,5 kg di peso, tuttavia la taglia media risulta variabile tra i 20-30 cm di lunghezza per 3-4 hg di peso.
Ha dieta onnivora, si nutre prevalentemente di zooplancton (soprattutto specie dell’ordine Cladocera), insetti e copepodi e detriti vegetali.
È preda abituale di lucci, lucioperche, siluri e persici reali
Dato che abbocca con estrema voracità ad esche naturali di ogni tipo è molto apprezzato dai garisti mentre lo è molto meno da tutti gli altri pescatori visto che può veramente rendere impossibile la pesca di carpe e tinche. Le sue carni sono estremamente spinose e generalmente hanno un forte gusto di fango, il che lo rende pressoché immangiabile.

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Anguilla

Anguilla

Anguilla anguilla, Linnaeus 1758, conosciuta comunemente come anguilla europea, è un pesce teleosteo della famiglia Anguillidae. In alcune regioni italiane la femmina di grandi dimensioni (lunghe fino a un metro e mezzo) viene chiamata capitone mentre il giovanile, sottile e trasparente (40–60 mm), prende il nome di ceca.
È una specie diffusa nelle acque dolci, salmastre e marine dell’Atlantico e del mar Mediterraneo e suoi tributari, dall’Islanda al Senegal. È meno comune nel mar Nero e nei suoi tributari (tra cui il Danubio). In genere popola ambienti a corrente debole o assente ma non si può escludere di trovarla in acque anche molto mosse. I maschi stazionano spesso in acque salmastre senza risalire i fiumi come invece fanno regolarmente le femmine.
Presenta un corpo allungato, subcilindrico, serpentiforme; la pinna dorsale, di modesta altezza, è allungata fino a unirsi alle pinne caudale ed anale. La pinna anale è più lunga della dorsale. La mandibola è più sporgente della mascella, l’occhio è piccolo. Il colore cambia con le fasi vitali: bruno sul dorso e giallastro ventralmente per gli animali che vivono in acque dolci e nero sopra ed argentato sotto per quelli che risiedono in mare o che si apprestano ad effettuare la lunga migrazione. La femmina può raggiungere i 3 kg di peso.
Si nutre di animali, sia vivi che morti. Caccia la notte o quando l’acqua è molto torbida, anche in condizioni di piena, affidandosi prevalentemente all’olfatto.

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cavedano

Cavedano

Cavedano (Leuciscus cephalus – Linnaeus 1758). Famiglia: cyprinidae – Ordine: cypriniformes
Nomi dialettali: cavazzin, cavassin, cavéder, scaiàss, cavassino, squàoLe dimensioni massime che può raggiungere questo pesce sono nell’ordine degli 80 centimetri di lunghezza (la media è di 40-50 cm) per circa quattro chilogrammi di peso (il peso medio varia dai 350-1200 gr). Solitamente gli esemplari di maggiori dimesionsi si pescano nel lago dove probabilmente è più abbondante il cibo.
Diffuso quasi in tutta Europa, in Italia questo pesce è autoctono. Vive sia in acque lacustri sia in acque correnti. Nel lago di Garda è da sempre molto diffuso.
La pesca professionale del cavedano è praticamente nulla per lo scarso valore economico delle sue carni che pur essendo molto buone sono ricche di spine. Le sue catture sono del tutto occasionali. Il cavedano è invece molto ricercato dal pescatore sportivo che ne apprezza la furbizia e la combattività. Di solito viene pescato con la larva della mosca carnaria eseguendo abbondanti pasture.

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barbo

Barbo

Barbus barbus, conosciuto comunemente come Barbo è un pesce d’acqua della famiglia Cyprinidae.
Questa specie è diffusa in Europa, dalla Francia alla Lituania. È presente nel Regno Unito (Yorkshire) ed è stato introdotto in Italia Centrale.
È un pesce di fondo, si raccoglie in piccoli branchi lungo il corso dei fiumi, nei laghi e nei torrenti con fondo preferibilmente sassoso o ghiaioso e preferisce acque limpide a forte corrente. Lo si può trovare al di sotto dei salti d’acqua, che è capace di risalire con agili guizzi, nei tratti maggiormente rocciosi e nelle zone accidentate sottoriva, inoltre presso i pontili. In estate, per le sue abitudini erratiche, lo si può trovare un po’ ovunque. Durante le ore notturne i branchi si disperdono nella fase di ricerca del cibo. In estate è sempre alla ricerca di acque fresche, in inverno tende a sfuggire i freddi più intensi che teme molto. A basse temperature vive in uno stato di torpore, raggruppandosi in branco in qualche polla sorgiva o di buche. Preferisce in genere la luce alla penombra. La caratteristica principale del barbo è rappresentata dai 4 barbigli posti nel labbro superiore. Il dorso è di colore bruno, più o meno chiaro, cosparso di punti neri che si estendono anche sul corpo e soprattutto sugli opercoli e sulle guance. Il ventre è bianco argenteo. La pinna dorsale e caudale sono punteggiate di nero; la caudale è sfumata di rosso verso l’apice, la dorsale ha il raggio più lungo ossificato, robusto, flessibile e finemente seghettato. Le pinne pettorali ed anali sono di colore rossastro. La lunghezza media raggiunta è di 30–35 cm, quella massima di 90, il peso può raggiungere anche gli 8 kg.
La pesca sportiva viene praticata con canne da lancio o semplici, con esche ancorate al posto o poste nelle vicinanze di questo. Le esche più usate sono le larve di “perla”, gamberetti d’acqua dolce, lombrichi, pasta di formaggio e larve di mosca carnaria. L’attacco all’esca da parte del barbo è molto più decisa quando si pesca con esca viva, in tutti i casi però affronta energicamente l’esca più di quanto non facciano abitualmente altri Ciprinidi di fondo, come la carpa e la tinca.[

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Luccio

Luccio

Il luccio (Esox lucius, Linnaeus 1758) è un pesce di acqua dolce appartenente alla famiglia Esocidae dell’ordine degli Esociformes.
È caratterizzato dalla bocca a “becco d’anatra”, dotata di robusti e acuminati denti. Questo pesce è diffuso nel continente nordamericano, pressoché in tutti i bacini fluviali atlantici e del Pacifico. In Eurasia è presente dalla Francia alla Siberia, compresa l’Italia. In Irlanda e Inghilterra è presente in gran numero.
Il luccio è un utile e prezioso equilibratore naturale. Nella sua dieta preferisce selezionare prede morte o malate, inibendo anche l’eccessiva prolificità di altri pesci, ciprinidi soprattutto, i quali, sviluppandosi in numero eccessivo, potrebbero modificare l’equilibrio di alcuni ambienti.
Può raggiungere 1,30 m di lunghezza e superare i 20 kg di peso (sono stati catturati esemplari di quasi 30 kg). La crescita e le dimensioni finali sono piuttosto variabili in relazione all’alimentazione e alla temperatura dell’acqua. In genere raggiunge i 20 cm durante il primo anno di vita e il metro in età adulta. Gli esemplari di maggiori dimensioni sono generalmente femmine. Il luccio ha la particolarità singolare di avere più di 500 microdenti molto affilati sulla lingua, in aggiunta a quelli propri dell’esoscheletro. Oltre che dalla bocca di grosse dimensioni, fornita di file di denti uncinati, il luccio è caratterizzato da una testa piuttosto grande rispetto al corpo, di forma allungata e schiacciata (per questo motivo è noto in alcune regioni d’Italia come “Luccio Papera”). La colorazione varia a seconda dell’habitat e della colorazione dell’acqua: ventre bianco giallastro, dorso verde-bruno maculato scuro. La forma corporale è influenzata dalla corrente delle acque in cui vive: nelle zone con scarsa corrente assume una fisionomia allungata, nelle acque ferme presenta un corpo più tozzo.
È considerato il re dei predatori d’acqua dolce. Si pesca a spinning oppure con il vivo o l’esca morta sia a fondo che con il galleggiante. Generalmente si pesca individuando la tana o il posto dove presumibilmente è in caccia: tronchi sommersi, canneti, erbai, tappeti di ninfee possono essere tutti posti dove l’esocide attende le sue prede in agguato. Nei grandi laghi spesso il luccio adotta una tecnica di caccia “sospeso”, praticamente cacciando sotto i banchi di pesce di cui si nutre in quel determinato ecosistema (negli Stati Uniti questa tecnica è nota come “suspending pike”).

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Persico Trota

Persico Trota (Branzino)

Il Il persico trota (Micropterus salmoides, Lacépède, 1802), chiamato anche Boccalone o Black Bass (nello specifico “largemouth bass”) è un pesce d’acqua dolce appartenente alla famiglia dei Centrarchidae.
Oggi diffuso in diverse zone d’Italia, è un pesce originario del nord America (dove è conosciuto con il nome di Black Bass o Large mouth bass) ed è stato introdotto in Europa alla fine dell’Ottocento e in Italia all’inizio del XX secolo più precisamente nel lago di Monate, nella provincia di Varese, per poi essere introdotto in molte altre zone d’Italia. Predilige come habitat le zone ricche di ostacoli nascosti, come canneti o parti del corso d’acqua riparati da insenature oppure da flora sia subacquea che terrestre, ovvero zone che gli consentono di sfruttare al meglio le proprie caratteristiche di predatore. È inserito nell’elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo.
Vorace predatore dispone di una bocca molto grossa con una mascella inferiore prominente e rivolta verso l’alto. Il corpo è schiacciato, ovale, di colorazione verde-olivastra, con delle “chiazze” sui fianchi che ricordano quelle della Trota da cui prende il nome. Raramente raggiunge i 4 kg in Europa (la taglia media varia dai 500 g al chilogrammo e mezzo), mentre nel paese d’origine sono stati trovati esemplari anche di 10 kg.
Si nutre di piccoli pesci, anfibi, invertebrati, a volte anche di volatili di piccole dimensioni. È forse la specie maggiormente apprezzata dai pescatori sportivi, vista la sua combattività, che praticano la tecnica dello spinning e del casting. Da segnalare il mercato di esche artificiali, in costante espansione e innovazione, dedicato al bassfishing (grub, crank, piccoli minnow, jig ma in particolare esche siliconiche).

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Persico sole

Persico Sole

Lepomis gibbosus, conosciuto comunemente come Persico sole, è un pesce d’acqua dolce, appartenente alla famiglia Centrarchidae.
È stato importato dagli Stati Uniti con successo in Italia a partire dal 1887, acclimatandosi talmente bene da diventare infestante in molte zone. La sua presenza è ormai generalizzata, è comunissimo, ad esempio, nei fiumi Po, Tevere e Arno così come nei grandi laghi come il lago Trasimeno dove ha popolazioni abbondantissime. Frequenta soprattutto rive basse, sabbiose e fangose, nei bacini; ama le acque lente dei fiumi di pianura e dei canali. In inverno, quando la temperatura dell’acqua è inferiore a 12 °C si sposta verso le acque profonde dove rimane in stato quasi di ibernazione; in estate, invece, questo pesce resta vicino a riva, spesso a pelo d’acqua.
Il corpo è alto e tondeggiante, con muso prominente. Le pinne dorsale e ventrale hanno i primi raggi molto sviluppati. La sua livrea è molto colorata,presenta una colorazione di fondo verde bronzea metallica, con pinne gialle screziate di bruno rosso, testa verde-azzurra con strisce azzurro vivo e bianco.Un grosso ocello orlato di rosso è posizionato dietro l’opercolo branchiale. Il ventre è più chiaro. Ultimamente nelle nostre acque sta subendo un fenomeno di pseudonanismo e molto raramente supera i 15 cm di lunghezza. Il Persico sole si nutre prevalentemente di invertebrati che scova tra la vegetazione e di piccoli pesci.
Abbocca molto facilmente agli ami ed interessa come preda soprattutto i partecipanti alle gare di pesca. Le carni sono buone ma ricchissime di lische, per giunta molto dure, per cui solo gli esemplari più grandi vengono consumati, previo sfilettamento. Anche gli individui molto piccoli possono essere consumati fritti.

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Scardola

Scardola

La Scardola (Scardinius erythrophthalmus Linnaeus, 1758) è un pesce d’acqua dolce appartenente alla famiglia Cyprinidae.
La forma del corpo è tipica di quella della famiglia Cyprinidae: compresso ai fianchi, con dorso piuttosto alto e ventre pronunciato in età adulta. I giovani sono più filiformi.
La scardola presenta grosse scaglie dai magnifici riflessi argentei, così appunto come la sua livrea, che vede anche dorso e fianchi dai riflessi dorati, mentre il ventre è quasi bianco. Le pinne negli adulti sono rosse.
Raggiunge una lunghezza di 50 cm e un’aspettativa di vita di oltre 18 anni. La scardola ha dieta onnivora, si ciba di insetti, pesci, crostacei, zooplancton e detriti vegetali. È preda abituale di lucci, lucioperche e siluri.
Dato che abbocca voracemente a qualsiasi esca animale le venga presentata è un pesce apprezzato soprattutto da bambini alle prime armi e da garisti mentre è piuttosto detestato da tutti gli altri in quanto spesso rende impossibile la pesca a prede più pregiate. Le sue carni sono insipide e liscosissime. Esemplari di piccole dimensioni puliti, aperti a libro e diliscati si prestano al consumo impanati e fritti.

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